sabato 7 marzo 2009

Internet e censura

Un provvedimento di cui pochi hanno parlato ma di estrema gravità: si vuole censurare internet. L'articolo proviene da Punto-Informatico.it

In Cina, chiunque voglia pubblicare un sito web deve essere registrato presso l'ufficio governativo competente. In Italia, da oggi, chiunque voglia pubblicare informazioni su un sito deve ottemperare a certe disposizioni e se lo fa periodicamente deve ottenere persino una serie di registrazioni ufficiali. E, proprio come in Cina, chi pubblica senza registrarsi incorre nel reato di stampa clandestina, che in Italia è punito con una sanzione variabile tra il mezzo milione di multa e i due anni di carcere (oggi depenalizzato).Questo accade da oggi grazie alla nuova legge sull'editoria, varata il 21 febbraio da quello stesso Parlamento che era sul punto di approvare il DDL sui domini, in un testo ispirato al decreto Passigli e bocciato da tutti gli operatori del settore. Anche in questo caso le critiche, gli avvertimenti e gli altolà non sono serviti a granché: il Parlamento in extremis prima dello scioglimento delle Camere ha dato il via libera ad una legge che non ha riscontro in Europa e che oggi entra formalmente in vigore. La nuova legge (62/2001) ridefinisce il concetto di sito Internet che fa informazione, quindi praticamente ogni sito Internet, che viene ora considerato "prodotto editoriale" e, come tale, rientrante nelle disposizioni storicamente censorie della legge sulla stampa. Ogni "sito informativo" italiano rientra da oggi nella classificazione di "prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico".La nuova legge riguarda dunque non solo i siti che pubblicano informazioni con cadenza periodica, che sono sottoposti ad un regime più oppressivo, ma anche tutti i siti che pubblicano informazioni e che, se non sono periodici, "se la possono cavare" inserendo sulle proprie pagine il nome e il domicilio dell'editore e l'indirizzo della locazione fisica del server.I veri dolori sono riservati a quei siti che pubblicano contenuti periodicamente."Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico - avverte infatti la legge sulla stampa - senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall'art. 5, è punito con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire 500.000. La stessa pena si applica a chiunque pubblica uno stampato non periodico, dal quale non risulti il nome dell'editore né quello dello stampatore o nel quale questi siano indicati in modo non conforme al vero".

Cosa ne pensate?

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