martedì 11 novembre 2008

Intervento di Angelo d'Aiello

Cari visitatori del Blog, sono molto felice del grande risultato d'accessi, più di 2000 in pochi mesi d'attività. Nonostante la pubblicità a questa iniziativa non sia stata, diciamo così, imponente e nonostante la partecipazione attiva degli utenti, dopo un avvio pirotecnico, sia scesa notevolmente, devo riconoscere che i tanti contatti, testimoniano la validità di questo progetto. Forse la pigrizia, la paura di scrivere delle cose inadeguate, hanno frenato il fisiologico discutere nel Blog. E' per questo motivo che raccolgo volentieri l'invito del nostro Vice-sindaco Angelo d'Aiello, perchè su un tema così scottante come quello della crisi economica che comincia farsi sentire nel nostro territorio, ci siano dei contributi di opinioni e suggerimenti. Partecipate Bloggatori finalesi e non !!! Intanto, leggiamo con interesse quanto ha scritto Angelo su questo argomento.

Guido

Andiamo incontro a mesi difficili perché la crisi è arrivata anche in una realtà come la nostra. In attesa di capirne di più attraverso i dati – della Camera di Commercio di Modena, del Centro per l’Impiego provinciale -, la situazione che viviamo è sotto gli occhi: ad un progressivo impoverimento delle famiglie di dipendenti e pensionati dovuto all’aumento dei prezzi, oggi si aggiunge il rischio di perdere il lavoro con l’indebolimento di una parte del tessuto produttivo locale. Il caso della Gambro, colosso biomedicale di Medolla che ha annunciato dei licenziamenti ed il trasferimento all’estero di due linee produttive, è un segnale d’allarme: nelle aziende calano gli ordinativi, è in aumento il ricorso alla cassa integrazione straordinaria, calano i consumi con conseguenze gravi per il commercio, l’edilizia è impantanata.

Ci sono molte difficoltà e a pagare per la crisi sono gli strati più deboli e popolari: muratori, spesso immigrati negli anni del boom dell’edilizia e oggi privi di lavoro e privi di una rete familiare d’appoggio; i precari, assunti con contratti a tempo determinato o interinali, i primi ad essere tagliati nelle ristrutturazioni aziendali, nelle ceramiche e nel biomedicale; i lavoratori con bassa formazione e con età avanzata. Un aspetto di questa crisi è la “questione femminile” particolarmente presente nell’Area Nord: dopo la fine del settore tessile, dopo le decisioni di chiudere i grandi stabilimenti agroalimentari – Zuccherificio e Del Monte - che garantivano almeno la stagionalità, oggi viviamo le difficoltà del biomedicale con la delocalizzazione della Gambro e la fragilità del settore dei servizi e del commercio con una bassa qualità del lavoro e dei redditi; questi ambiti riguardano soprattutto l’occupazione femminile oggi in diminuzione. La disoccupazione femminile significa che viene a mancare una parte del reddito familiare ma non solo, significa anche un arretramento dell’autonomia e della libertà delle donne. Mi soffermo su questo perché nei prossimi mesi sarà un problema serio da affrontare: dove ricollocare un alto numero di donne, magari con bassa scolarizzazione e poca specializzazione? Mi viene anche da pensare che, in un territorio dove esistono è vero numerose eccellenze produttive ed un tessuto vitale ed innovativo di medie e piccole imprese, tuttavia sono pesate scelte calate “dall’alto” di sacrificare interi settori ben consolidati - appunto il tessile e l’agroalimentare – in nome di una logica frettolosa e miope di mercato. Forse il passaggio verso un sistema tutto basato sulla qualità e la specializzazione andava gestito più lentamente, adeguando così il sistema sociale e formativo senza traumi.

Non è facile dire come uscire da questa situazione, anche se sono sicuro che il sistema saprà reagire. Le istituzioni insieme devono trovare in fretta delle risposte per l’immediato, cioè per aiutare le famiglie a resistere, e per il rilancio. Sicuramente una prima risposta dovrà essere l’investimento di risorse pubbliche in sussidi e per fare “programmi di lavoro” per gli espulsi dal mercato del lavoro in ambiti sociali e pubblici (la storia anche locale fornisce numerosi esempi del genere). Intanto si deve agire per allargare la fascia di copertura degli ammortizzatori sociali ai precari: non è giusto che i precari licenziati non abbiano un giorno di cassa integrazione o mobilità dopo anni di lavoro. Poi investire sulla formazione: anche nell’Area Nord la rete formativa c’è, va resa più operativa e funzionale rivolgendola alle figure sociali che ho descritto. Infine la Cispadana. Non sto a ripetere che con l’autostrada aumenterà la competitività del territorio e delle nostre imprese. Dico però che prima decollano i cantieri prima si avrà l’effetto positivo delle risorse investite in termini di lavoro, manodopera impiegata, piccole e medie imprese del territorio coinvolte nelle opere.

2 commenti:

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Guido Casoni ha detto...

Ho rimosso un commento in quanto contenente informazioni non vere riguardanti un amministratore locale.

Guido